Padova – domenica, 21 dicembre 2014
Lavoratori,
pensavamo
che certe discriminazioni cessassero con l' arrivo della nuova
dirigenza ma purtroppo abbiamo pensato troppo “in meglio”. Per il
comando e per le sigle sindacali “firmaiole” ogni pompiere dovrebbe
saper “guidare il camion”. Oggi siamo stati convocati per due importanti temi che “pesano” nella vita lavorativa di ognuno:
criteri per l'accesso alla formazione provinciale e criteri per la mobilità interna del personale (quest' ultimo rinviato al 9 gennaio 2015)
Innanzitutto
noi crediamo che tutto il personale debba avere pari diritto all'
accesso alla formazione, in fattispecie abbiamo proposto che il criterio
di selezione di partecipazione a corsi deve privilegiare chi ha meno
corsi e che non ricadano esclusivamente sulla stessa persona, perchè
riducono così la potenzialità di utilizzo del personale in soccorso
ordinario e in calamità. Quindi va fatto in modo che sia data la
possibilità a tutti di partecipare.
Alcuni
hanno fatto riferimento a limiti di età anagrafica per certi corsi
dimenticando che presso il comando operano e hanno operato diversi
sportivi di buon livello, che anche ad età avanzata non hanno di certo
problemi a superare un corso. Auspicabile eventualmente uno skill test o
prova di selezione che valuti le capacità e non l' ètà o lo
stato fisico (troppo magro, troppo grasso, troppo basso, troppo alto,
biondo o calvo che sia e che ricordiamo compete ad altri).
Il
comando ha illustrato i criteri che intende adottare, dando un titolo
preferenziale a chi attualmente ha la patente per la guida di mezzi
pesanti. Il nostro stupore è diventato misto tra incredulità e
sbalordimento quando la sigla maggiormente rappresentativa del comando ha chiesto di raddoppiare
il punteggio nel titolo preferenziale di autista per l' accesso a tutti
i corsi di formazione professionale al comando.
Non
condividiamo la discriminazione verso il personale non autista anche
perché la scusa dell' incentivare a farsi la patente è smentita dal
fatto che già ora il personale in servizio riesce a garantire 2 autisti
per ogni squadra operativa in tutte le sedi operative della provincia;
oltre quindi ai minimi operativi di una squadra base.
“Forzare” il personale nel conseguimento della patente non significa
un miglioramento del servizio ma solo un fare numero e sopperire a
scelte sconsiderate dell' amministrazione centrale che non ha previsto
una quota a concorso di autisti nell' accesso alla figura di vigile del
fuoco.
Noi
crediamo che la mansione di autista di mezzi di soccorso sia delicata,
chi ricopre tale ruolo dovrebbe dedicarsi a fondo alla conoscenza dei
mezzi, la toponomastica, la meccanica e tutti i corsi attinenti (terreno
non preparato, autogru, mezzi speciali, abilitazioni a macchine
operatrici ecc.)
Purtoppo l' amministrazione dopo anni capisce di aver sbagliato e per rimediare
fa ricadere al personale il problema, cercando una psedo formazione
obbligatoria con la scusante che “tutti i pompieri devono saper guidare
un camion”, come se il camion fosse una bicicletta..... Stesso discorso
potrebbe essere fatto per qualsiasi altra specializzazione operativa.
Non
abbiamo condiviso questo accordo comando OO.SS. in quanto discrimina chi
non segue un percorso formativo come quello di autista e per questo
motivo non abbiamo firmato.
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